Il Professor Marcelo Enrique Conti al Tasso
Il Prof. Marcelo Enrique Conti incontra i docenti e gli studenti del Tasso il 23 gennaio 2025 per raccontare la sua storia di resistenza, separazione e rinascita.
Marcelo Enrique Conti è professore ordinario di Management Ambientale e Sostenibilità (Università degli studi di Roma "La Sapienza").
Modera l'incontro Cristina Simone (Dipartimento di Management - Facoltà di Economia - Università degli studi di Roma "La Sapienza").
“Come un passero, il segno di speranza"– La testimonianza di Marcelo Enrique Conti
"Tu non ci sei, devi morire".
Queste parole provenienti da un tragico passato sono state ricordate da Marcelo Enrique Conti, professore ordinario di Management Ambientale e Sostenibilità presso l’Università Sapienza di Roma. Prima di diventare docente e ricercatore, Conti è stato un desaparecido. Per 18 mesi, tra il 1976 e il 1978, è stato fisicamente e psicologicamente torturato in uno dei 364 campi di concentramento attivi in Argentina durante il regime dittatoriale di Videla.
Lo scorso 23 gennaio, il professor Conti ha portato la sua testimonianza nell’aula magna del nostro liceo. Davanti a noi, studenti della sua stessa età di allora, ha raccontato un periodo atroce della storia argentina.
L’incontro si è aperto con la lettura delle pagine iniziali del suo libro “Gira così” (Edizioni Nuova Cultura, 2022), in cui il professore descrive il suo arrivo in Italia il 14 giugno 1978. Quel giorno, appena sceso dall’aereo, si lascia andare a un gesto liberatorio, “mandando a fanculo” l’aereo, il regime, lo stato.
Tuttavia, Conti ha scelto di non soffermarsi sulle torture fisiche e psicologiche subite. Le modalità sono sempre le stesse da anni, cambia solo la minoranza contro cui viene scagliata la violenza. Ha preferito invece parlarci del percorso che lo ha portato alla rinascita, ispirato anche dal professor Massimo Fagioli e dalla sua Teoria della nascita. Questo processo si articola in tre fasi: resistenza, separazione e rinascita.
La rinascita consiste nel non identificarsi con il nemico e non rispondere con odio. È una lezione quasi sovversiva in un periodo costellato dai conflitti: rispondere con la rinascita, non con la vendetta. Ma le cicatrici rimangono, come un “buco nero” che può essere colmato solo con l’aiuto dell’amore.
Dal 9 ottobre 1976 al 14 giugno 1978 Conti è stato inghiottito dalla violenza del regime. Un sistema che chiedeva nomi, risposte, informazioni, cose che il ragazzo di 19 anni non conosceva.
Uno degli aspetti più devastanti della dittatura argentina è stato l’annullamento, un processo che coinvolge non solo i desaparecidos, ma anche le loro famiglie, amici e conoscenti.
Una delle storie che il professore ha condiviso è quella della "nipote 139": una bambina i cui genitori furono deportati in un campo di concentramento e poi uccisi. Lei, ancora piccola, venne affidata a una famiglia collaborazionista del regime. Solo anni dopo ha scoperto la verità, quando l’annullamento delle sue radici aveva prodotto conseguenze irreversibili.
Il professor Conti ha poi spostato l’attenzione sul presente, mettendo in guardia sulla situazione attuale dell’Argentina. Oggi il paese è guidato da Javier Milei, un anarco-capitalista che ha basato il suo programma politico sullo smantellamento dello Stato sociale. La sua visione è quella di ridurre il ruolo dello Stato al minimo, limitandosi alla sicurezza e alla giustizia. Ma in un paese dove il 17% della popolazione vive in povertà assoluta, e di questi la maggior parte sono bambini, una politica del genere rischia di acuire le disuguaglianze.
Anche sul piano ambientale, la situazione globale è allarmante. Il professor Conti, uno degli scienziati più influenti al mondo sulle questioni ambientali, ha sottolineato come il capitalismo si adatti elasticamente a qualsiasi sistema politico, citando l’esempio della Cina: pur essendo ufficialmente comunista, il paese ha un’economia basata su logiche capitaliste. Questo dimostra che l’attuale modello economico continua a sfruttare le risorse ambientali senza una reale prospettiva di sostenibilità.
L’incontro si è concluso con un messaggio potente: “L’informazione è rivoluzione”.
Essere informati e formati significa capire cosa sta accadendo nel mondo e dentro di noi. Ci permette di aprire gli occhi e di non essere spettatori passivi della storia.
Grazie alla testimonianza del professore, siamo usciti dall'aula magna non solo con maggiore consapevolezza, ma con il senso di una responsabilità collettiva. Perché conoscere la storia è il primo passo per evitare che si ripeta.
23 gennaio 2025, Aula magna ore 11.20-13.15
Staff di redazione Livia Capolupo e Viola Micchia, studentesse del Tasso